Oggi, nel nostro appuntamento letterario, Daniela Carletti ci presenta Alta Cucina di Rex Stout edito da La Biblioteca di Repubblica. Scopriamo insieme cosa ci svela su questa opera!
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Recensione di Daniela Carletti Alta Cucina di Rex Stout
“Una ricetta imperdibile.”
— Daniela Carletti
Rex Todhunter Stout (1886-1975), scrittore statunitense meglio conosciuto come Rex Stout, intraprende da giovane la via dell’avanguardia letteraria, ma senza successo.
Ripiega felicemente sul genere Giallo e in poco tempo diviene famoso: il ciclo dedicato a Nero Wolf è un Classico conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, specie perché l’autore riesce a coniugare il Giallo classico di stampo inglese, con quello d’azione (hard boiled) tipico della tradizione americana.
I due protagonisti al centro delle varie indagini infatti, l’investigatore Wolf e il suo assistente Archie Goodwin, incarnano rispettivamente i ruoli dei due diversi sottogeneri.
Abilmente così, Stout crea un diversivo nell’impianto di base del Giallo, ottenendo una peculiarità che lo distingue in maniera significativa nel panorama letterario mondiale del genere.
Il personaggio di Nero Wolfe in particolare, presenta una connotazione specifica che lo rende unico tra i grandi investigatori: a parte le notevoli doti intellettuali che lo conducono sempre alla risoluzione di un caso, le indagini sono per Wolfe un fastidio che lo allontana dai suoi piaceri quali la cucina più raffinata, la cura delle sue amatissime orchidee che coltiva ogni giorno nella serra del suo appartamento e la pigrizia innata che trasforma la sua obesità in un punto di forza.
Infatti chi agisce sul campo è il suo assistente, Archie Goodwin, che assecondando il carattere alquanto particolare dell’altro, gli fornisce puntualmente tutte le indicazioni richieste, utili a scoprire l’assassino di turno.
Ed ecco la trama dell’episodio in questione. Benché Nero Wolfe si avvalga dell’arte culinaria del suo cuoco personale, Fritz Brenner dall’aria compassata e seriosa, è a sua volta un raffinato maître che accetta, seppur a malincuore, di lasciare le sue orchidee e la sua casa di New York sulla 35° strada, per salire su un treno diretto in Virginia dove, in occasione del ritrovo quadriennale dei migliori cuochi del mondo (detti “Les Quinze Maitres”), è stato invitato come ospite d’onore e relatore.
L’occasione è troppo “ghiotta” poiché Wolfe spera di ottenere da un suo amico tra i quindici, la ricetta di un piatto molto ambito, le “salsicce mezzanotte” (che è anche il titolo del film televisivo relativo a questo episodio).
Il convegno si apre con una gara di abilità alla quale parteciperà anche Wolfe: Philipp Laszio, uno dei maître, prepara una salsa di sua invenzione, in nove diverse versioni, omettendo ogni volta un solo ingrediente. Starà alla bravura dei singoli individuare quale. Ma al termine della competizione Laszio viene trovato morto e benché Wolfe non si trovi sul posto in veste di detective, sarà obbligato dalle circostanze ad occuparsi del caso e quindi a risolverlo.
«Alta cucina» pubblicato nel 1938, è il quinto libro del ciclo che conta una trentina di romanzi molti dei quali adattati per la serie televisiva inaugurata nel 1969, e interpretati dai mitici Tino Buazzelli e Paolo Ferrari, rispettivamente nei ruoli dell’investigatore e del suo braccio destro.
Daniela Carletti
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